CONSULENTE TECNICO IN MEDIAZIONE

Nella procedura di mediazione è stata prevista la possibilità di avvalersi di figure che possiedono specifiche competenze tecniche, con la chiara volontà di esaurire ogni e qualsivoglia dubbio delle parti, evitando che possa sfumare l’accordo a causa di mancate conoscenze tecniche al tavolo di mediazione.

Infatti una soluzione posta come base di un possibile accordo, a causa di un dubbio (relativo a questioni tecniche) può essere frettolosamente accantonata, facendo conseguentemente saltare un possibile accordo embrionale, o ancora la valutazione tecnica può essere necessaria per far scaturire proposte valide ed accettabili, può essere necessaria quando occorra quantificare contenziosi inerenti a diritti reali, quantificare la massa ereditaria di una transazione fra coeredi o per quantificare il risarcimento dei danni a cose o a persone.

In tutti questi casi l’intervento di un “esperto” è utile, necessario ed a volte indispensabile per il buon esito dell’incontro di mediazione e per addivenire ad un verbale di accordo in mediazione.

L'analisi dell’art. 8, ai comma 1 e 4, del D. Leg.vo n. 28/2010, modificato dal D.L. n. 69/2013, convertito in Legge n. 98/2013, non ha intaccato la parte che riguarda ed evidenzia tale volontà:

L'organismo di conciliazione “nelle controversie che richiedono specifiche competenze tecniche, può nominare uno o più mediatori ausiliari” (Art. 8 comma 1). “Il mediatore può avvalersi di esperti iscritti negli albi dei consulenti presso i tribunali” (Art. 8 comma 4).

La possibilità che si aggiunga al tavolo di mediazione questo consulente tecnico, anch’egli terzo ed imparziale come il Mediatore, che assume un ruolo peculiare prestando la propria opera fornendo risposta ai quesiti tecnici a lui posti.